lunedì 27 settembre 2010

Non imitare il salmone

La resistenza agli eventi genera un dispendio enorme e progressivo delle nostre energie vitali. Per evitare questo terribile meccanismo è opportuno esercitarci il più possibile a dirigere il flusso emozionale e le energie mentali verso luoghi non distruttivi. Si fallisce ogni volta che tentiamo di opporre resistenza ai possibili ostacoli come insegna il salmone.
Il pesce nuota controcorrente per raggiungere il luogo dove è venuto alla luce e dove depositerà le uova. Lo sforzo immane per raggiungere l'obbiettivo viene frustrato dalle fauci voraci degli orsi che attendono i poveri salmoni al termine del loro traguardo. I sopravvissuti alla mattanza, dopo aver rilasciato le uova fecondate, muoiono per la fatica: non imitiamo il triste destino del salmone.

mercoledì 22 settembre 2010

L'Ego, un fossile rettiliano

Il nostro Ego assume strategie e comportamenti identificabili con un modello biologico di stampo rettiliano. E' incessantemente proteso a competere con gli altri (e a discapito degli altri) per raggiungere una posizione di privilegio; accumula in modo onnivoro beni, cose, oggetti e persone con un voracità insaziabile. Si comporta spesso e volentieri come se dovesse affrontare un durissimo tempo di carestie e indigenza, anche quando così non è. Questo terribile movimento catabolico e introiettivo può generare solo infelicità, miseria emozionale e perdita del nostro vero ruolo, quello del viandante compassionevole.

martedì 21 settembre 2010

Out of Me (4)

Le emozioni disturbanti (paura, rabbia, impotenza, senso di colpa, disperazione, etc.) si attivano come risposta biologica ad un evento doloroso. Il corpo non dimentica le ferite subite e trasferisce questo segnale in una specifica area anatomica (le cosiddette frazioni somatiche): il dolore corporeo è quindi la modalità con cui si ricorda un trauma passato. Le emozioni girano vorticosamente dentro di noi come i panni nella lavatrice; è fondamentale quindi estrarre i panni bagnati (Out of Me)ed esporli al sole per asciugare. Il primo passo è riconoscere a noi stessi l'origine del disagio, è dire come stanno le cose senza ipocrisia e senza reticenze: il "non detto" produce danni molto peggiori, perchè è vincolato a generare strategie fallimentari. Vivere più leggeri significa essere innanzitutto onesti e sinceri con se stessi e con gli altri.

lunedì 13 settembre 2010

Un illustre esempio di Out of Me

Domenica 12 settembre 2010 il celebre giornalista Pietro Calabrese ha terminato la sua esistenza. Dal maggio 2009 ha dedicato la sua rubrica sull'inserto settimanale del Corriere della Sera alla cronaca affettuosa ed empatica della malattia incurabile di un suo fraterno amico, Gino.Solo ora si viene a scoprire la vera identità di Gino: l'amico fittizio era in realtà l'alter ego dello stesso giornalista.
Scrive Calabrese:"All'esterno io divento Gino, e lui diventa me. Io mi annullo e lui giganteggia. Ma mi protegge, para i colpi, fa la figura dell'eroe e soffre al posto mio.".
Nel suo messaggio vengono evidenziate le proprietà fondamentali di "Out of Me": la prima è quella relativa all'esteriorizzazione di angosce, pensieri negativi, sofferenze psichica e fisica, che prendono forma nel tempo e nello spazio sul foglio di carta. La seconda è la sorprendente creazione dell'alter ego Gino, che "para i colpi,[...] e soffre al posto mio".
In questo modo si genera quella che io chiamo "identità di scorta", quell'incredibile specchio riflesso che devia i terribili colpi diretti al nostro stomaco (strategia dell'Out of Me).
Grazie per questa meravigliosa lezione di vita, Pietro Calabrese.
Che il suo viaggio possa essere lieve e colmo di luce.

sabato 11 settembre 2010

Out of Me (3)

Finalità dei temi sviluppati da questo blog è sostanzialmente la disidentificazione dal dolore e fornire al navigante spunti di riflessione. Per vivere più leggeri è fondamentale rimuovere il maggior peso possibile dallo zaino invisibile che ci portiamo addosso dal concepimento.Prendere distanza dai ricordi traumatici e dai conflitti vissuti, consente il riorientamento della bussola interiore e il rilascio di zavorre tossiche per la mente e per il corpo: il compito è quello di esteriorizzare e portare in superficie memorie disturbanti, esiti di conflitti irrisolti, nonchè rilasciare le identità dolorose di familiari mai conosciuti (perchè scomparsi prima del nostro concepimento), che ancora abitano il nostro corpo e condizionano il flusso dell'esistenza.
Solo così possiamo sentirci parzialmente pronti per accedere alla seconda fase del programma Out of Me, come dice il celebre pianista jazz Herbie Hancock: "Ci sono un sacco di cose che dobbiamo sviluppare: la compassione, il coraggio, la saggezza.".

Fonte: Giovagnini ML. Io, Budda e la musica globale. IO Donna Aug 2010; 33-34:89-92.

martedì 7 settembre 2010

Il programma Out of Me (2)

L'Ego è un nucleo fondamentale della nostra identità, ma è anche il più frequente bersaglio delle sofferenze, che gli eventi possono generare. L'Ego ferito produce incondizionatamente dolore e ne produce in forma massiva in relazione al suo grado di estensione (o ipertrofia). Anche la cronoriflessologia rientra in questo modo nel programma Out of Me, nel momento in cui interviene sui punti temporali della colonna vertebrale. La finalità è quella di filtrare dal magma profondo e abissale dell'Ego le ferite sanguinanti e di portarle sulla superficie cutanea con movimento centrifugo (dall'interno verso l'esterno, out of me).Solo l'azione verso l'esterno di noi stessi può produrre equilibrio e benessere; solo uscendo da noi stessi possiamo aspirare a vivere più leggeri e a rendere ricca di sgnificato la vita stessa.

giovedì 2 settembre 2010

Il Programma Out of Me

Il programma "Out of Me" (Fuori da Me), che ho anche denominato più scientificamente "autoesoferesi", rientra a pieno diritto nelle strategie per vivere più leggeri ed è ispirato a una frugale eleganza (parole dell'archistar Paolo Soleri) nella gestione di emozioni e sentimenti.
In altre parole "Out of Me" può essere considerato e inteso come un programma di evoluzione sentimentale, che deve essere applicato ogni giorno perchè possa produrre qualche risultato positivo. Dobbiamo svilupparci ed evolverci il più possibile per assumere, almeno in parte, le sembianze di un nuovo dispositivo sentimentale: la finalità è quella di poter generare (anche solo a piccole dosi)grazia, leggerezza, empatia, compassione, generosità e affetto. Tutto questo deve nascere prima di tutto da noi stessi, senza aspettare risposte gratificanti dalla realtà che ci circonda. Questa può rappresentare una via sicura per rendere la nostra esistenza un viaggio pieno di significato.

mercoledì 1 settembre 2010

Una poesia Haiku di Kobayashi Issa sul concetto di tempo

Sta come il pesce
che ignora l'oceano
l'uomo nel tempo

La vastità dell'orizzonte temporale non può essere concepita dalla nostra coscienza per i suoi limiti strutturali. Il corpo è invece un dispositivo molto sofisticato di memoria, che contiene e interagisce con il passato, il presente e il futuro. Attraverso i sensi e l'azione del dolore il corpo ricorda e può ricordare gli eventi delle generazioni passate. Per questo motivo il corpo conosce l'esperienza della vita e della morte, è un'astronave inviata nelle profondità siderali del Tempo. La mente si comporta semplicemente come il capitano di bordo, che redige il diario di navigazione. Una volta che il suo compito si è esaurito, il capitano abbandona la nave e si allontana. Il corpo ricorda gli eventi del passato per consentire l'evitamento di eventi di dolorosi o la loro ripetizione per sciogliere i nodi familiari.
Il compito di ogni umano dovrebbe essere quello di compiere il viaggio terreno, considerandolo come una preziosa occasione di imparare la lezione d'amore.