lunedì 28 febbraio 2011

Genesi della paura

Come e quando nasce la paura? Questa emozione elementare accompagna la vita di ogni forma biologica, dall'organismo unicellulare all'umano. Possiamo associare la paura al movimento di retrazione e allontanamento osservabile nella scala evolutiva più semplice, nelle creature unicellulari, quando esse sono influenzate da uno stressore chimico-fisico. In noi umani la paura è un fondamentale dispositivo evolutivo di salvaguardia dell'individuo e più estesamente della specie. La paura consiste nel riconoscimento di un potenziale pericolo e nella elaborazione di strategie elusive del medesimo. Essa può essere generata dalla esposizione involontaria ad una fonte di stress biofisico (mi sono scottato toccando la pentola bollente, ho rischiato di scivolare nel precipizio) oppure ad una sorgente emozionale (ho avuto paura di non essere più all'altezza della situazione dopo essere stato bocciato a quell'esame). In altri casi la paura può innescarsi come inadeguatezza alle mie credenze (sono terrorizzato all'idea di non finire gli studi e di diventare un fallito, come hanno sempre ripetuto i miei genitori dall'inizio della scuola). Una terza opzione è quella legata alla paura ancestrale, che molto frequentemente viene determinata dal passaggio transgenerazionale di eventi traumatici irrisolti (ho una inconscia paura di fallire nella mia vita, perchè il nonno paterno, mai conosciuto, si è sparato alcuni anni dopo la tempesta finanziaria del 1929, durante la quale ha perso tutti i suoi possedimenti).

venerdì 25 febbraio 2011

La mente errante 2

Dobbiamo chiederci perchè sia così difficile porre la mente a riposo dai suoi instancabili e ripetivi viaggi nel passato e nel futuro. Come è stato riportato precedentemente, "la mente errante" è un dispositivo evolutivo che avvantaggia l'individuo e la specie; in altre parole è possibile rileggere le esperienze passate per correggere eventuali errori e pianificare così strategie relativamente vincenti per il tempo a venire. Ma ci sono eventi passati che agganciano in modo intrusivo le energie mentali, imprigionandole in un vortice ripetitivo e frustrante. Se si affaccia una memoria disturbante del passato (una perdita affettiva, una prova fallita, un progetto mancato), questa possiede una forza attrattiva imponente sulla bussola dei pensieri. E' utile in questi casi depotenziare l'aggressività delle immagini ricorrenti, facendo ricorso alla tecnica di visualizzazione del tronco disteso, già descritta in precedenza. L'icona disturbante deve essere assimilata all'immagine più neutrale di un tronco disteso sul nostro cammino, che immaginiamo di aggirare a destra o a sinistra per proseguire il nostro viaggio: posizionarsi nel presente è probabilmente uno dei compiti più difficili da rispettare.

mercoledì 23 febbraio 2011

La sindrome della mente errante

Scrivono in un articolo su Science i due psicologi americani Matthew A. Killingsworth e Daniel T. Gilbert dell'università di Harvard:" La mente umana è una mente viaggiante e una mente viaggiante è una mente infelice... - e aggiungono - ....la capacità di pensare a ciò che non sta accadendo è una "conquista" cognitiva che comporta un prezzo emotivo."
Cosa significa "mente errante"?
Vuol dire che l'evoluzione ha dotato gli umani di un apparente vantaggio, quello cioè di spostare nel tempo l'attività del nostro pensiero. Se la mia mente può tornare indietro nel passato, questa operato cognitivo consente di analizzare errori compiuti nel tentativo di non ripeterli; lo stesso modello può essere applicato alla proiezione nel futuro, quando devo pianificare un programma.
La dislocazione temporale dei processi mentali dovrebbe essere limitata in funzione di quanto è stato descritto: imparare dagli errori commessi (dislocazione nel passato) e elaborare strategie (possibilimente vincenti) per il futuro (dislocazione nel futuro). Il problema è che si utilizza invece questo vantaggio evolutivo in modo improprio e dannoso; tornare al passato significa riprodurre all'infinito ricordi piacevoli o sgradevoli senza elaborare una strategia positiva. Le immagini intrusive del passato affollano la mente come le proiezioni arbitrarie su quello che potrebbe essere lo scenario del futuro.
Gli unici momenti in cui siamo concentrati sul presente sono quelli legati alle attività corporee più arcaiche, la condivisione del cibo e l'accoppiamento.

mercoledì 16 febbraio 2011

Materializzare le emozioni

Molte sono le tattiche e le strategie per vivere più leggeri; visualizzazioni, mantra, musicoterapia, attività sportive, massaggio e altro. Ognuno di noi sceglie le metodiche più adatte e più affini al temperamento individuale. Ogni azione positiva rientra nel panorama della cosiddetta igiene emozionale e il cardine, intorno a cui si muove questa costellazione, è un motto da ricordare: materializzare le emozioni. Cosa si intende con questa affermazione? Le emozioni scaturiscono dalla interazione incessante con le informazioni dell'universo circostante e con gli stimoli generati dal mondo interiore. Ma le emozioni non possiedono forma e vengono attratte (legge di attrazione naturale) verso possibili contenitori. Si tratta di spettri informi che cercano disperatamente di assumere un aspetto e una morfologia tangibili nell'universo del tempo-spazio. Le probabili direzioni di questo flusso magmatico sono essenzialmente 3: il dispositivo somatico, l'universo extracorporeo o ambedue le destinazioni. La materializzazione delle emozioni nel contenitore corporeo tende a generare asimmetrie nel suo bilanciamento energetico con la conseguente espressione di sintomi e malattia. Ecco perchè è fondamentale spostare questa materializzazione dall'interno del corpo al mondo che lo circonda. Questa azione consente di rispettare i principi terapeutici e preventivi del programma Out of Me, salvaguardando le risorse vitali di ognuno di noi.

martedì 1 febbraio 2011

Il senso della leggerezza

Tutti siamo stati istruiti - nel bene e nel male - sull'importanza dell'igiene personale, di quella alimentare, di fare attività sportiva regolare, di dormire in modo soddisfacente e ristoratore. Si tratta sicuramente di indicazioni fondamentali per un corretto stile di vita, ma forse ancora insufficienti. Di cosa ha bisogno ancora il nostro corpo?
Il vettore biologico, il corpo, che ci transita attraverso le maglie dello spazio e del tempo necessita di un positivo equilibrio emotivo. Si tratta sostanzialmente di seguire ogni giorno una corretta "igiene emozionale", di tarare in modo armonico le nostre esigenze con quelle di chi ci circonda; si tratta di coltivare con disciplina le relazioni affettive e di spargere piccole pillole di generosità (anche a dosi omeopatiche). In questo modo la vita acquista un senso profondo e sincero e ci fa sentire più leggeri. La percezione della leggerezza è un obiettivo più tangibile rispetto alla ricerca della felicità. Non a caso questo concetto è noto dai tempi remoti della mitologia egizia, in cui Osiride, dio dell'Oltretomba e della fertilità (dio della vita e della morte) pesava i cuori delle anime su un piatto della bilancia, mentre sull'altro era posata una piuma. Le anime che pesavano di più a causa dei peccati venivano date in pasto ad Ammit, mentre quelle che erano abbastanza leggere potevano raggiungere i campi Laru, residenza dei defunti.