giovedì 23 marzo 2017

Osteopatia cronosomatica

Fonte immagine: archivio Di Spazio
Per osteopatia cronosomatica s'intende la possibilità di impiegare la metodica elaborata dal dr. Still secondo una lettura più radicata nella dimensione spazio-temporale dell'uomo. L'azione terapeutica dell'osteopata potrebbe avere uno strumento operativo ancora più efficace se fosse contemplata la possibilità di modulazione nella dimensione del Tempo.
Se fossimo in grado di collegare la disfunzione somatica con l'evento traumatico di 5 anni prima, quando il paziente ha perso improvvisamente il lavoro, non produrremmo un risultato terapeutico più incisivo?
Grazie alla cronosomatica abbiamo la possibilità di intervenire terapeuticamente sui cosiddetti Stress-related Age Points localizzati in sequenza lungo la verticale della colonna vertebrale; in questo modo abbiamo l'opportunità di integrare l'intervento osteopatico, orientandone l'azione nella dimensione del Tempo.

domenica 19 marzo 2017

Giudicare è come respirare?

Fonte immagine: archivio Di Spazio
Giudicare è per gli umani un fenomeno spontaneo e obbligato come respirare. Perché siamo condannati al giudizio? Semplicemente perché in origine è un valido strumento evolutivo capace di generare decisioni vincenti in condizioni di stress. Di fronte al predatore il predato deve poter scegliere se passare al confronto fisico o darsela a gambe; nell’uomo moderno lo strumento del giudizio viene applicato sulla base delle credenze culturali che lo hanno condizionato attraverso le generazioni. In altre parole, non è assolutamente possibile non giudicare: giudichiamo per garantire la nostra sopravvivenza. Cosa fare quando il giudizio costituisce un elemento tossico per la mente e per il corpo? In questo caso è necessario attivare precise procedure che consentano la neutralizzazione o la sostituzione positiva del pensiero sabotante per impedirne la conseguente somatizzazione (il corpo deve obbedire al comando della Mente). 

giovedì 2 marzo 2017

Pensieri negativi e Defusione Cognitiva a Mediazione Computazionale (DCMC)

Fonte immagine: archivio Di Spazio
Come interrompere la tossica ripetizione di pensieri negativi (ricordi traumatici, giudizi e credenze limitanti)? Un approccio molto promettente è quello legato alla tecnica di Defusione Cognitiva a Mediazione Sensoriale (DCMS, Di Spazio, 2011); questa particolare procedura neuro-emozionale opera mediante un processo di progressiva neutralizzazione del pensiero negativo e incontra una positiva compliance da parte del coachee.  Un’altra tecnica legata alle strategie di adattamento (coping) ad eventi con elevata carica stressogena è quella che potremmo chiamare Defusione Cognitiva a Mediazione Computazionale (DCMC, Di Spazio, 2017). La sua scoperta origina dallo studio di un caso eccezionale di soggetto che ha sviluppato ipercalculia dopo essere stato esposto a un intenso evento traumatico. Operando moltiplicazioni via via sempre più complesse ed elaborando un sistema rivoluzionario di calcolo, questa persona è riuscita a contrastare con successo l’invasività di pensieri autosoppressivi. Come funziona la DCMC? La chiave della procedura non è legata al meccanismo di neutralizzazione sopra illustrato, bensì a un fenomeno di sostituzione cognitiva: il pensiero negativo viene depotenziato grazie all’attività di calcolo (la mediazione computazionale). Ulteriori studi su questo approccio devono essere avviati per rendere la tecnica fruibile in senso terapeutico.