martedì 30 aprile 2019

Amnesia globale transitoria e collasso temporale

Fonte immagine: archivio Di Spazio



L’amnesia globale transitoria (transient global amnesia) è una sindrome contraddistinta da improvvisa e temporanea perdita del ricordo di eventi durante, dopo e a volte prima dell’evento che l’ha causata. Si manifesta solitamente nelle persone di età compresa fra 50 e 70 anni, ma può presentarsi anche in altre fasce anagrafiche. 
Non è nota la sua eziopatogenesi, ma può essere scatenata da stress emotivo, consumo di alcolici, sforzi fisici, dolore.  
Di norma, la durata dell’amnesia globale transitoria è compresa fra 1 e 8 ore; si associa molto spesso a disorientamento spazio-temporale (numbing spazio-temporale). 
Gli studi in cronosomatica ipotizzano che l’amnesia globale transitoria (Di Spazio, 2019) rappresenti sostanzialmente un collasso temporale, uno spostamento nella timeline del soggetto, che si trova riesposto a una pregressa esperienza traumatica. 
In altre parole, la persona viene colpita da questo vuoto temporaneo di memoria, perché è delocalizzata nella dimensione del Tempo con spostamento dal Presente al Passato, in un punto dove è stata registrato un evento avverso.

domenica 28 aprile 2019

Time Rewind Technique (TIRET) e disturbo da stress post traumatico

Fonte immagine: archivio Di Spazio


La Time Rewind Technique© (TIRET, Di Spazio, 2019) è una innovativa procedura che viene utilizzata per intervenire in modo proattivo sugli effetti del disturbo da stress post traumatico (PTSD). La procedura si basa sulle recenti acquisizioni in neurobiologia e psicologia, che mettono in luce la biunivoca interazione fra apparato locomotore e movimento nella dimensione del Tempo. In altre parole, il movimento in avanti attiva lo spostamento nel Futuro, quello indietro riproduce il richiamo del Passato. Inoltre, le ricerche di Miles, Nind e Macrae dimostrano il coinvolgimento del tono posturale in relazione al movimento lungo la linea del Tempo. La tecnica presenta notevoli vantaggi:
1.  Rapidità con cui viene istruito il Paziente per condurre la procedura (tempo stimato 20-25 minuti).
2.  Nella fase iniziale viene evitata l’evocazione attiva dell’esperienza traumatica, di norma fonte di intenso disagio.
3.   La procedura viene effettuata, cercando di promuovere la focalizzazione sul movimento.
4.   La tecnica stimola il coinvolgimento attivo del Paziente (input motivazionale), che ripete la sequenza in modo autonomo in ambito domiciliare.
5.  La procedura viene ripetuta da 1 a più volte al giorno (secondo le indicazioni dell’operatore per blocchi di 10 giorni. A discrezione dell’operatore soltanto alla fine di ogni blocco (primo, secondo o terzo) il Paziente viene invitato a ricordare l’esperienza per l’autovalutazione della risposta emotiva.

Bibliografia:

1. Aksentijevic ABrandt KRTsakanikos EThorpe MJAIt takes me back: The mnemonic time-travel effect. Cognition. 2019 Jan;182:242-250. doi: 10.1016/j.cognition.2018.10.007. Epub 2018 Oct 24.
2.    A. Aksentijevic, J.M.G. Treider. It’s all in the past: Deconstructing the temporal Doppler effect.   Cognition, 155 (2016), pp. 135-145
3.    L. Rinaldi, F. Locati, L. Parolin, N.F. Bernardi, L. Girelli.Walking on a mental time line: Temporal processing affects step movements along the sagittal space. Cortex, 78 (2016), pp. 170-173
4.  M. Hartmann, F.W. Mast. Moving along the mental time line influences the processing of future related words. Consciousness and Cognition, 21 (2012), pp. 1558-1562
5.     L.K. Miles, L.K. Nind, C.N. Macrae. Moving through time. Psychological Science, 21 (2010), pp. 222-223
6.     L. Boroditsky, M. Ramscar. The roles of body and mind in abstract thought. Psychological Science, 13 (2002), pp. 185-188



giovedì 25 aprile 2019

Emozionologia e "solitarietà"

Fonte immagine: archivio Di Spazio

La solitudine è un sentimento di dolorosa separazione, di distruttiva disconnessione dal mondo e dagli affetti; un esempio di solitudine è la cosiddetta hikikomori (stare in disparte, isolarsi), una patologia che colpisce soprattutto i maschi adolescenti giapponesi di classe media (disturbo della sfera emotiva che si sta diffondendo anche in Occidente). 
Ma esiste una variante positiva della solitudine? 
Sembrerebbe di sì, a giudicare dalle parole di Cristina Kicca Lanzoni, in un’intervista rilasciata a Enzo Barillà il 4 dicembre 2017, giorno di Santa Barbara, protettrice dei minatori. 
Cristina Kicca Lanzoni, allieva di Maurizio Montalbini (1953-2009), detiene il primato mondiale femminile di permanenza in grotta; ha trascorso 268 giorni (impresa terminata il 20 aprile 1995) in isolamento spazio-temporale nel laboratorio Underlab, costruito nell’Abisso Ancona delle grotte di Frasassi (AN). 
Ho già menzionato la sua incredibile impresa nel mio ebook Speleoterapia: azione e cura nella sezione dedicata alla speleonautica, ma in questa occasione il suo nome è legato al neologismo da lei coniato: solitarietà
Si tratta di un sentimento che descrive come “una vita in solitaria ma non in solitudine”. Nel totale isolamento ipogeo, condizione potenzialmente devastante per la maggior parte degli umani, Cristina Kicca Lanzoni ha sviluppato un sentimento raro, ma possibile e che merita a pieno diritto di rientrare nell’Atlante dell’Emozionologia: la solitarietà.

domenica 7 aprile 2019

The Time Rewind Technique (Di Spazio, 2019)

Fonte immagine: archivio Di Spazio

La procedura denominata Time Rewind Technique (Di Spazio, 2019) esalta le potenzialità dell’apparato locomotore come strumento di regressione nella dimensione del Tempo per depotenziare l’effetto di eventi passati che hanno influenzato negativamente la resilienza dell’individuo. Si tratta di una procedura estremamente semplice, ma di grande aiuto nel percorso di guarigione emotiva; la procedura viene effettuata dal soggetto in totale autonomia e viene ripetuta da 1 a 3 volte al giorno per un periodo di 3 settimane. 
Al termine del periodo di addestramento il soggetto viene invitato a ricordare l’esperienza stressante per valutarne la risposta emozionale.
Se la procedura è stata efficace, il soggetto visualizza la memoria dell’evento come immagini che hanno perduto gran parte della loro carica emotiva conflittuale (passaggio da Vittima dell’Evento a Osservatore).

Emotionology 1785

Fonte immagine: archivio Di Spazio



Nel lontano 1785 scrive il chirurgo austriaco Joseph Jakob Plenck (1735-1807) nel "Compendio d'Instituzioni Chirurgiche" che fra le cause eccitatrici dei morbi compaiono i patemi dell'animo. Questi ultimo vengono descritti come "idee impresse con somma violenza nell'animo, alle quali succedon nel corpo movimenti involontari".