Nell’anamnesi personale
si deve chiedere se il paziente ha conosciuto tutti i nonni e tutti gli zii
(specificare se quando è nato, nonni e zii erano viventi oppure no).
Per quanto
riguarda la relazione con gli zii è più corretto chiedere: “I suoi genitori
hanno perso fratelli o sorelle prima della Sua nascita?”.
Poniamo il caso che
il nonno paterno sia deceduto prima del concepimento del paziente; si devono
chiedere le date di nascita e di morte del congiunto.
Il nonno è deceduto il 24
luglio 1974 a 64 anni di età per aneurisma cerebrale; il padre del paziente (il
contatto transgenerazionale) all’epoca aveva 34 anni di vita (35° anno).
Il
paziente giunge all’osservazione a 22 anni di età per un problema di cefalea
episodica; il sintomo cefalalgico richiama la posizione anatomica speculare a
quella del nonno, deceduto per esiti di patologia vascolare cerebrale (fenomeno
della patomimesi, Di Spazio 2003).
Come si procede in questo caso per evidenziale una ridotta resilienza
transgenerazionale? Si somministrano al paziente
i due test di resilienza, analizzando la linea temporale compresa fra 38 e 33
anni (cioè fino a un anno prima dell’evento avverso del padre).
Se non
compaiono variabili significative sulla posizione 34, significa verosimilmente
che l’evento transgenerazionale non ha lasciato tracce nel discendente;
viceversa, se in posizione 34 percepisce risposte emotive o viscerali nel test
statico e instabilità posturale in quello dinamico, significa che il
discendente esprime ridotta resilienza transgenerazionale in posizione 34 (35°
anno di vita, corrispondente all’età del padre nel 1974). Poiché l’età
potenzialmente più fragile (34) si trova in posizione futura rispetto a quella attuale
del paziente (22), è fondamentale saper gestire la comunicazione, in modo da
evitare l’innesco di uno stress da profezia (“cosa mi accadrà quando compirò 34
anni?”).
A questo punto si sottopone il paziente
alla stimolazione del processo spinoso della L1, corrispondente al 35° anno di
vita e l’applicazione del patch all'infrarosso corporeo sul punto per 3 settimane.
Come si controlla il
potenziale successo del trattamento?
Innanzitutto verificando nella sessione
successiva l’attenuazione o la scomparsa del sintomo lamentato; parallelamente
si ripetono i 2 test di resilienza per accertare l’annullamento (o meno) delle
risposte emotive, viscerali o posturali.