domenica 26 febbraio 2023

Il test cronoposturale, il cervello destro e il trauma coaching

Scrive Allan N. Schore in “Psicoterapia con l’emisfero destro”: “L’emisfero destro media la nostra risposta emotiva e corporea al pericolo, alle sfide ambientali, al dolore e allo stress. Media i sistemi di attacco e fuga e freezing attraverso le sue connessioni con il sistema nervoso autonomo e quello ormonale.” Il test cronoposturale mette in luce i coinvolgimenti diretti del sistema autonomico e del cervello destro, substrato biologico dell’inconscio e delle memorie emotive implicite. Per questi motivi il test si inserisce in modo estremamente coerente nella cornice teorica polivagale di Porges e in quella regolatoria affettiva di Schore. Quando il soggetto manifesta una risposta di cedimento posturale durante il test può comparire una reazione di pianto disperato e incoercibile ad una determinata età, segno evidente di coinvolgimento del cervello destro. Il paziente può esprimere anche emozioni come rabbia, impotenza, rifiuto e disperazione senza essere in grado di offrire una spiegazione del motivo (memorie emotive implicite depositate nel cervello destro e non disponibili alla soglia di coscienza). L’emersione di cariche affettive negative durante la somministrazione del test rappresenta il primo passo verso la regolazione autonomica e l’integrazione di emozioni dissociate. Il test cronoposturale può essere considerato a tutti gli effetti un vero viaggio nel Tempo (nella biografia del paziente) e in grado di far emergere le memorie emotive criptate nel nostro cervello destro; per le sue straordinarie implicazioni cliniche il test rappresenta inoltre uno strumento indispensabile nel trauma coaching. Fonte immagine: archivio Di Spazio

giovedì 2 febbraio 2023

Il test cronoposturale e l'emisfero destro

Il test cronoposturale misura la risposta del sistema nervoso autonomo nel tempo. Eventuali oscillazioni dell’equilibrio posturale (anteropulsione, retropulsione, lateropulsione, cedimento) sono indice di non sicurezza del sistema nervoso autonomo (SNA) nella finestra temporale coinvolta. In altre parole, il SNA in quel punto del tempo (età) riproduce una modalità di pericolo o di minaccia vitale che dissipa energia vitale e genera schemi comportamentali difensivi, registrati come memorie emotive negative nell’emisfero destro (sede delle memorie emotive implicite e della risposta inconscia). Questo schema autonomico si ripete all’infinito, condizionato dalla reazione ai segnali di pericolo, anche quando questi ultimi sono cessati. Lo schema difensivo si protrae nel tempo assumendo caratteri disfunzionali, perché desincronizzati e decontestualizzati rispetto all’evento originario. L’intervento terapeutico sulla coordinata temporale corrispondente all’età coinvolta (Cronoaptica) promuove il ritorno al circuito di sicurezza del sistema nervoso autonomo secondo la triade gerarchica di Porges. In questo modo, anche gli schemi difensivi associati tendono progressivamente a ridursi, perché non più funzionali. (Fonte immagine: archivio Di Spazio)