giovedì 28 agosto 2025

Caduta accidentale e collasso temporale

La maggior parte di noi ha fatto esperienza di cadute accidentali nel corso della vita. Se non ci sono state conseguenze particolari come fratture ossee, l’episodio viene apparentemente derubricato nella nostra memoria somatica. L’interrogativo a cui rispondere è il seguente: la caduta accidentale è stato il frutto della mia momentanea distrazione o rivela altre informazioni a me ignote? Quali sono le differenze? Se la caduta accidentale è l’esito della mia distrazione temporanea (“non avevo visto l’ultimo gradino”), allora l’evento non riveste particolare importanza nella maggior parte dei casi; se invece la caduta è l’effetto di un transitorio black out (“non so come, ma mi sono ritrovato a terra”), si tratta molto probabilmente di un collasso temporale. Cosa significa? Nel momento del black out il mio corpo non si trova più nel Presente, ma è dislocato in un’altra regione del Tempo (di solito è il passato). In questi casi è importante valutare una possibile correlazione fra il mese dell’incidente (orologio circannuale) e una pregressa sindrome d’anniversario. Per esempio, sono caduto in febbraio, lo stesso mese in cui in passato ho perso una persona cara. La consapevolezza della relazione con un evento avverso pregresso non è sufficiente, ma è necessario ricalibrare la risposta del sistema nervoso autonomo mediante il test cronoposturale (che documenta la connessione tramite instabilità posturale) e il trattamento del cronozonide corrispondente. Fonte immagine: prof. Luca Lavatori