Oggi è il 2 agosto e ricorre il trentennale della strage di Bologna.
Gli effetti di questo trauma collettivo non si esauriscono solo nella sterile conta di chi è scomparso, ma risuonano con insistenza in coloro che furono testimoni diretti e indiretti di quel terribile evento.
Il corpo non dimentica e il tempo non guarisce le ferite dell'anima, che sanguinano senza essere viste.
Per curare il dolore è indispensabile conoscere la biografia dell'individuo.
Senza l'accesso alla vicenda esistenziale del singolo, la medicina svolge un ruolo di superficiale tamponamento. Tempo e memoria sono gli strumenti da utilizzare in un nuovo concetto di medicina emozionale.
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