domenica 19 dicembre 2010
lunedì 13 dicembre 2010
Ansia e scimmie sentinella
Esibire un temperamento ansioso sembra, nella maggior parte dei casi, un aspetto della nostra identità che crea disagio e senso di inadeguatezza. Preoccuparsi per se stessi e per gli altri dissipa notevoli energie vitali per il costante senso di allerta, a cui è sottoposto tutto l'organismo. Ma questa condizione rivela nello stesso tempo un notevole vantaggio evolutivo: all'interno dei gruppi di primati antropomorfi, dove vige una rigida gerarchia di ruoli, esistono le cosiddette "sentinelle", scimmie particolarmente ipersensibili con il compito di vigilanti.
Se avvistano potenziali nemici (predatori), hanno il compito di allertare gli altri componenti allo scopo di facilitarne la fuga o la ricerca rapida di un riparo.
Questi ruoli comportamentali permangono attivi e radicati anche in mammiferi più evoluti come gli umani. Il problema è che gli umani ne hanno dimenticato la provvidenziale funzione di conservazione della specie: ignari dell'importante ruolo di sentinelle, pagano sulla loro pelle l'apparente inutilità dell'ansia.
Se avvistano potenziali nemici (predatori), hanno il compito di allertare gli altri componenti allo scopo di facilitarne la fuga o la ricerca rapida di un riparo.
Questi ruoli comportamentali permangono attivi e radicati anche in mammiferi più evoluti come gli umani. Il problema è che gli umani ne hanno dimenticato la provvidenziale funzione di conservazione della specie: ignari dell'importante ruolo di sentinelle, pagano sulla loro pelle l'apparente inutilità dell'ansia.
sabato 4 dicembre 2010
venerdì 3 dicembre 2010
Ego rettiliano e istinto di predazione
Il nostro processo evolutivo è frenato dal persistente predominio di schemi arcaici rettiliani, che ha saputo sfruttare al meglio le potenzialità delle reti corticali per affinare il brutale istinto di predazione. In tutto questo enorme -per i nostri parametri- intervallo temporale, siamo riusciti ad occultare lo sbranamento della preda attraverso forme e modelli apparentemente meno sanguinari, ma molto simili negli effetti. Questa sofisticata arte di predazione viene costantamente dissimulata attraverso strategie elusive, che l'ego rettiliano ha sviluppato e riproduce di continuo nelle dinamiche socio-affettive, politico-economiche e storiche.
Solo la necessaria transizione dallo stadio di umanoidi a quello di umani può garantire la sopravvivenza del mondo che abitiamo e di cui siamo ingrati ospiti.
Senza il coraggioso sviluppo di doti come empatia, rispetto, affetto e condivisione, rimaniamo individui ipoevoluti: menti egocentriche imprigionate nella gabbia del conflitto, della sopraffazione, dell'abuso e della brutale predazione. Ma non dimentichiamo che il dolore può generare solo e unicamente dolore. L'unica via di salvezza è alleggerire il carico tossico delle nostre memorie rettiliane e volare più leggeri verso gli altri.
Solo la necessaria transizione dallo stadio di umanoidi a quello di umani può garantire la sopravvivenza del mondo che abitiamo e di cui siamo ingrati ospiti.
Senza il coraggioso sviluppo di doti come empatia, rispetto, affetto e condivisione, rimaniamo individui ipoevoluti: menti egocentriche imprigionate nella gabbia del conflitto, della sopraffazione, dell'abuso e della brutale predazione. Ma non dimentichiamo che il dolore può generare solo e unicamente dolore. L'unica via di salvezza è alleggerire il carico tossico delle nostre memorie rettiliane e volare più leggeri verso gli altri.