In questi giorni
dominati da una surreale realtà (chi di noi avrebbe mai pensato di vivere
questa esperienza intrisa di paura e sconcerto collettivi?) abbiamo la
necessità di mantenere non soltanto l’equilibrio fisico, ma anche quello
psichico. Alla base dei nostri comportamenti sociali gioca un ruolo
fondamentale la nostra resilienza. Ma cosa vuol dire resilienza? In psicologia
è la capacità individuale di affrontare in modo proattivo gli ostacoli e gli
eventi avversi della vita. Sono disponibili test che misurano mediante un
questionario le capacità reattive di un soggetto dinanzi a eventi e contesti conflittuali.
Quanto sono affidabili queste valutazioni? Le risposte fornite nel questionario
rivelano (e non sempre) sostanzialmente il risultato soggettivo di un’autoanalisi
della propria resilienza. Possiamo impiegare questi test per valutare quanto un
evento ha inciso sulle nostre capacità di risposta proattiva? Hans Selye, padre
del moderno concetto di stress, ci spiega che la reazione fisiologica a un
cosiddetto stressore è indipendente dall’intensità dello stimolo. In altre
parole, posso reagire in modo abnorme rispetto a uno stimolo debole e
viceversa. Siamo inoltre esposti a un numero illimitato di variabili in grado
di influenzare negativamente l’indice di resilienza. Faccio un esempio per
capire come queste variabili possono sabotare le nostre capacità di risposta;
noi viviamo la vita come una serie di accadimenti personali senza tenere conto
che su di noi agiscono memorie più antiche, memorie che prendono il nome di
traumi transgenerazionali. Significa che se vostro padre a 12 anni di età è
rimasto orfano, questa traccia di ricordo inconscio può presentarsi in voi sotto
forma di sintomi emozionali o disturbi della sfera fisica e palesarsi alla
medesima età senza sapere perché. Questo esempio spiega quanto sia difficile
generare un giudizio attendibile sulla resilienza e per questo motivo è
opportuno attivare risposte proattive quando sentiamo di vivere un contesto
potenzialmente conflittuale. Nell’ultima newsletter ho presentato l’esercizio
dello spazzolamento del cuoio capelluto per rinforzare il meridiano del Vaso
Governatore, manovra da effettuare per qualche minuto ogni giorno in questo
duro periodo di lockdown. Questa volta presento un semplice esercizio per
generare rilassamento nei momenti in cui la mente sabotante prende il
sopravvento con pensieri ossessivi e debilitanti. Si tratta di picchiettare in
modo ritmico con due dita (indice e medio) l’incavo del gomito nella sua parte
più interna (quella che volge verso il busto). Si esegue il picchiettamento
prima sul gomito destro e poi su quello sinistro per 120 secondi. Se non basta,
ripetete la manovra più volte durante la giornata (tempo ce n’è). Buon
allenamento!
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