venerdì 1 maggio 2020

Un caso di ridotta resilienza transgenerazionale

Fonte immagine: archivio Di Spazio




Nell’anamnesi personale si deve chiedere se il paziente ha conosciuto tutti i nonni e tutti gli zii (specificare se quando è nato, nonni e zii erano viventi oppure no). 
Per quanto riguarda la relazione con gli zii è più corretto chiedere: “I suoi genitori hanno perso fratelli o sorelle prima della Sua nascita?”. 
Poniamo il caso che il nonno paterno sia deceduto prima del concepimento del paziente; si devono chiedere le date di nascita e di morte del congiunto. 
Il nonno è deceduto il 24 luglio 1974 a 64 anni di età per aneurisma cerebrale; il padre del paziente (il contatto transgenerazionale) all’epoca aveva 34 anni di vita (35° anno). 
Il paziente giunge all’osservazione a 22 anni di età per un problema di cefalea episodica; il sintomo cefalalgico richiama la posizione anatomica speculare a quella del nonno, deceduto per esiti di patologia vascolare cerebrale (fenomeno della patomimesi, Di Spazio 2003). 
Come si procede in questo caso per evidenziale una ridotta resilienza transgenerazionale? Si somministrano al paziente i due test di resilienza, analizzando la linea temporale compresa fra 38 e 33 anni (cioè fino a un anno prima dell’evento avverso del padre). 
Se non compaiono variabili significative sulla posizione 34, significa verosimilmente che l’evento transgenerazionale non ha lasciato tracce nel discendente; viceversa, se in posizione 34 percepisce risposte emotive o viscerali nel test statico e instabilità posturale in quello dinamico, significa che il discendente esprime ridotta resilienza transgenerazionale in posizione 34 (35° anno di vita, corrispondente all’età del padre nel 1974). Poiché l’età potenzialmente più fragile (34) si trova in posizione futura rispetto a quella attuale del paziente (22), è fondamentale saper gestire la comunicazione, in modo da evitare l’innesco di uno stress da profezia (“cosa mi accadrà quando compirò 34 anni?”). 
A questo punto si sottopone il paziente alla stimolazione del processo spinoso della L1, corrispondente al 35° anno di vita e l’applicazione del patch all'infrarosso corporeo sul punto per 3 settimane.
Come si controlla il potenziale successo del trattamento? 
Innanzitutto verificando nella sessione successiva l’attenuazione o la scomparsa del sintomo lamentato; parallelamente si ripetono i 2 test di resilienza per accertare l’annullamento (o meno) delle risposte emotive, viscerali o posturali.


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