Fonte immagine: archivio Di Spazio
La geroposturologia (Di Spazio, 2020) si occupa delle distonie
posturali tipiche dell’anziano. La fase della senescenza è caratterizzata da
fenomeni involutivi che interessano non soltanto le funzioni cardiovascolari,
ormonali, neuropsichiche e strutturali (apparati muscolo-scheletrico e
stomatognatico), ma che si manifestano visibilmente nel tono e nell’equilibrio
posturale.
La distonia posturale dell’anziano, più o meno ingravescente,
costituisce la sommatoria di deficit plurimi e pone problematiche non
indifferenti per l’incremento del rischio di cadute rovinose. Il rischio di
caduta accidentale (almeno una all’anno) colpisce circa un terzo dei soggetti
sopra i 65 anni e rappresenta un’emergenza non trascurabile per i danni a medio
e lungo termine sulla struttura osteo-muscolare e sulla qualità della vita.
Le
persone che hanno sperimentato gli effetti di cadute rovinose, anche senza
esiti gravi, peggiorano la propria autostima, diventano ancora più paurose e
diffidenti, riducono drasticamente il movimento per evitare nuovi eventi
accidentali.
Come intervenire per limitare i danni legati alla distonia geroposturale?
L’approccio
dovrebbe integrare le competenze di più specialisti, ma nella pratica diventa
una strada difficilmente percorribile per una persona anziana e con limitate
disponibilità economiche.
In un precedente post ho illustrato il mio approccio
operativo mediante il cosiddetto Postural
Infrared Patching, un dispositivo indossabile costituito dall’applicazione
in permanenza di 3 cerotti adesivi posti in punti strategici per l’assetto
posturale.
L’azione dei cerotti può essere inoltre rinforzata mediante l’uso di
particolari plantari che sfruttano positivamente gli effetti dell’infrarosso
corporeo. Si tratta di un approccio operativo che può migliorare la qualità
della vita delle persone anziane, aiutandole a non limitare il movimento;
camminare è fondamentale non solo per il corpo, ma in particolare per la psiche.
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