domenica 4 ottobre 2020

Il semaforo invertito del sistema nervoso autonomo


 


Il neurofisiologo americano Stephen W. Porges propone un nuovo modello neurobiologico del sistema nervoso autonomo, superando la classica suddivisione in due rami ad azione antitetica. La nuova configurazione si basa su un modello evolutivo, dal più arcaico al più recente. Sul gradino più basso incontriamo la funzione protettiva del parasimpatico arcaico, caratterizzato dalle funzioni immobilizzanti del circuito dorsovagale (nucleo motore dorsale del vago situato nel tronco encefalico); in questa condizione il sistema nervoso autonomo registra segnali di minaccia vitale. L’organismo collassa (shut down) e si manifesta un quadro di morte simulata (tanatomimesi) come ultima risorsa dissociativa. In natura è il caso della preda in fase agonica quando viene straziata dal predatore. Nella specie umana corrisponde a eventi gravi come nel caso di incidenti, brutali aggressioni, tortura, incarceramento, migrazione forzata. Allo scalino evolutivo più in alto corrisponde l’attivazione del circuito ortosimpatico che entra in gioco nei processi di competizione e nei contesti conflittuali e si manifesta con la risposta di attacco o fuga. Superati questi due stati legati ai meccanismi di sopravvivenza, si entra in un livello di affrancamento dai modelli di difesa e autoprotettivi. Ci troviamo nel regno governato dal circuito ventrovagale del sistema parasimpatico; sul piano evolutivo è il gradino più alto, quello che consente l’accrescimento, il benessere e la conservazione della salute. Quando è attivo il circuito ventrovagale, siamo disponibili all’ingaggio sociale, alla coesione e alla condivisione.

Fonte immagine: archivio Di Spazio 

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