domenica 17 gennaio 2021

I riflessi cronoposturali

(Fonte immagine: archivio Di Spazio) Sulla superficie corporea sono presenti diversi circuiti cronotopici, in sostanza sequenze di punti cutanei in relazione alla dimensione del Tempo anagrafico (il tempo misurato in anni anagrafici e non solari). Finora sono stati individuati 3 distinti circuiti: il c. cronospinale, il c. cronodattilo e quello cronopodalico. La presenza di questi circuiti è funzionale all’azione di cura, poiché la loro stimolazione consente di facilitare il rilascio emotivo (e non solo) di vissuti traumatici. La stimolazione dei punti è in grado di attivare positivamente il riflesso cronopostulare. Di che cosa si tratta? Quando il paziente esegue la procedura denominata Time Rewind Technique (TIRET), tende ad oscillare (anteropulsione, retropulsione, lateropulsione) sui punti anagrafici (in altre parole, l’età) collegati ai vissuti traumatici (riflesso cronoposturale). L’oscillazione non è soltanto il segno visibile di instabilità posturale, ma indica nel contempo la deflessione dell’indice di resilienza sul punto testato (instabilità cronoposturale = deflessione della resilienza). Il tono posturale viene influenzato a sua volta dal complesso network del sistema extrapiramidale. Poniamo il caso di instabilità cronoposturale sul punto 45 (corrispondente al 46° anno di vita), quando il paziente ha perso improvvisamente la partner, deceduta per infarto del miocardio. Ebbene, l’applicazione di un piccolo patch all’infrarosso sul punto corrispondente al 46° anno di età del circuito cronodattilo (o cronospinale) corregge e rinforza l’equilibrio posturale nel giro di una manciata di secondi. L’oscillazione pregressa lascia il posto a una ritrovata stabilità posturale. Significa, in altre parole, che la stimolazione del punto cutaneo (circuiti cronospinale o cronodattilo) ha rimodulato positivamente con modalità bottom-up il network extrapiramidale.

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