mercoledì 23 febbraio 2011

La sindrome della mente errante

Scrivono in un articolo su Science i due psicologi americani Matthew A. Killingsworth e Daniel T. Gilbert dell'università di Harvard:" La mente umana è una mente viaggiante e una mente viaggiante è una mente infelice... - e aggiungono - ....la capacità di pensare a ciò che non sta accadendo è una "conquista" cognitiva che comporta un prezzo emotivo."
Cosa significa "mente errante"?
Vuol dire che l'evoluzione ha dotato gli umani di un apparente vantaggio, quello cioè di spostare nel tempo l'attività del nostro pensiero. Se la mia mente può tornare indietro nel passato, questa operato cognitivo consente di analizzare errori compiuti nel tentativo di non ripeterli; lo stesso modello può essere applicato alla proiezione nel futuro, quando devo pianificare un programma.
La dislocazione temporale dei processi mentali dovrebbe essere limitata in funzione di quanto è stato descritto: imparare dagli errori commessi (dislocazione nel passato) e elaborare strategie (possibilimente vincenti) per il futuro (dislocazione nel futuro). Il problema è che si utilizza invece questo vantaggio evolutivo in modo improprio e dannoso; tornare al passato significa riprodurre all'infinito ricordi piacevoli o sgradevoli senza elaborare una strategia positiva. Le immagini intrusive del passato affollano la mente come le proiezioni arbitrarie su quello che potrebbe essere lo scenario del futuro.
Gli unici momenti in cui siamo concentrati sul presente sono quelli legati alle attività corporee più arcaiche, la condivisione del cibo e l'accoppiamento.

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