Fonte immagine: archivio Di Spazio (test 1 a riposo) |
La
variabilità della frequenza cardiaca (Heart Rate Variability, HRV) misura la
distanza temporale fra un battito cardiaco (tempo intersistolico) e il
successivo; questa distanza, misurata in millisecondi (msec), mostra una
variabilità legata al bilanciamento del Sistema Nervoso Autonomo.
La sua attività
viene influenzata dalla reattività competitiva fra componente ortosimpatica e
quella parasimpatica; il cuore accelera il battito (tachicardia) quando l’ortosimpatico
è iperattivo, decelera (bradicardia) quando domina la fase parasimpatica. Il
test viene eseguito monitorando il battito cardiaco periferico sul dito medio
mediante un sensore che riporta sul computer i dati; un programma dedicato
elabora le informazioni che vengono riportate sullo schermo.
Il risultato
finale del test (durata media di 300 battiti, circa 5 minuti) viene riportato
su una griglia composta da 9 settori che mostra la risposta del rapporto fra
orto- e parasimpatico. La posizione del cerchio rosso dovrebbe trovarsi all’interno
di una finestra bianca, che indica un bilanciamento medio delle due componenti
nervose.
Fonte immagine: archivio Di Spazio (test 2 di stimolazione) |
Ho misurato i valori in una paziente di 90 anni (in vecchiaia il
valore della HRV è solitamente basso), sottoponendola a 2 registrazioni
consecutive (short recording).
Nel primo test è stato misurato
il valore della HRV a riposo e nel secondo il medesimo sotto stimolazione
combinata (laserpuntura e led) sul punto C7 (punto cutaneo corrispondente al
12° anno di vita, età in cui la paziente ha perso sua madre).
La stimolazione
del punto C7 ha determinato un abbassamento della frequenza cardiaca di circa 9
punti e un incremento della HRV (segno positivo per reattività del sistema
nervoso autonomo): i dati dimostrano in questo singolare caso l’effetto positivo
della stimolazione cronoriflessologica nel breve termine.
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