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Quanto più la persona percepisce che il pensiero sabotante perde di credibilità e si stempera la risposta emotiva correlata, quanto più velocemente si attiva il fenomeno dell'accettazione.
In altre parole, quando osservo che il pensiero da opprimente e pervasivo occupa progressivamente meno spazio nel mio campo mentale, raggiungo uno stato di positiva accettazione.
L'accettazione si esprime in questo modo non come sforzo o come atto volitivo, ma semplicemente come un automatismo naturale, la spontanea conseguenza del processo di disidentificazione dal giudizio sabotante della Mente.
Se così non fosse, l'accettazione sarebbe un'artificiosa strategia autoimposta che porterebbe inevitabilmente all'insuccesso.