Fonte immagine: archivio Di Spazio |
Il savantismo acquisito (dal francese savant, sapiente) è una sindrome per la
quale un soggetto sviluppa all'improvviso eccezionali abilità cognitive; si
possono sviluppare incredibili doti artistiche (musica, disegno, pittura,
scultura) o impressionanti capacità di calcolo. Questo nuovo e singolare stato insorge
dopo una lesione encefalica (commozione cerebrale, iniziale demenza
fronto-temporale, ictus, emorragia, tumore) spesso confinata nell’emisfero
sinistro. Fino al 2017 in tutto il mondo è stato registrato ufficialmente un
numero inferiore a 40 soggetti iperdotati, una rarità biologica ancora piena di
interrogativi.
Ho avuto la fortuna di incontrare una persona che rappresenta
l’eccezione nell’eccezione; si tratta di un maschio di 54 anni, mancino
corretto, con savantismo acquisito (vedi nella foto la capacità di calcolo mentale del soggetto).
Ecco le singolarità di questo caso:
innanzitutto è un lungo sopravvivente, poiché al momento è in remissione
clinica dopo un intervento di glioblastoma di IV grado al lobo temporale destro
avvenuto in primavera 2013. Inoltre ha sviluppato impressionanti abilità di
calcolo non dopo l’ablazione della neoplasia (negli altri casi documentati le
lesioni interessano l’emisfero sinistro e rappresentano lo starter per lo
sviluppo di nuove abilità), ma dopo la morte di una conoscente per la stessa
patologia. Riferisce che eseguire calcoli mentali è stata la sua salvezza, un
modo efficace per liberare la mente dai pensieri distruttivi che lo
tormentavano dopo quel trauma emotivo (“il prossimo sono io”). Nel suo caso è chiaro
che il savantismo acquisito interviene come strategia di adattamento (coping)
per fronteggiare gli effetti dell’esperienza traumatica del lutto.
In altre
parole, è possibile che i super poteri dei savant occultino una terapeutica funzione
di defusione cognitiva attraverso l’espressione artistica o la superlativa
performance di calcolo?
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