Benvenuti sul blog di cronosomatica
- Temi del blog: cronosomatica, psicobiologia del trauma emotivo, riflessioni e strategie di sopravvivenza per vivere più leggeri
giovedì 29 ottobre 2020
Un caso clinico di Defusione Cognitiva a Mediazione Sensoriale (DCMS)
martedì 20 ottobre 2020
L'esercizio posturale della bussola e il potenziamento della resilienza
giovedì 15 ottobre 2020
Ridurre l'ansia con lo Shaking (movimento tinassogenico)
Cronosomatica e teoria polivagale di Porges
Fonte immagine: archivio Di Spazio |
La linea del Tempo di un individuo è caratterizzata dalla sequenza di fasi dinamiche, dove la resilienza è ottimale per lunghi periodi e si riduce drasticamente in altri, poiché viene messa a dura prova dall’esposizione a eventi di natura avversa.
Credo che la migliore definizione di resilienza non sia quella comune che consiste nella capacità di risposta dell’individuo alle esperienze traumatiche, ma la seguente: RESILIENZA = SICUREZZA. La resilienza non è legata tanto al nostro approccio cognitivo ai momenti critici della vita, ma è affidata alle risorse del sistema nervoso autonomo che reagisce secondo schemi arcaici focalizzati sulla sopravvivenza; si tratta di un modello istintuale, perfezionato lungo una linea filogenetica che si perde nella notte dei tempi.
Il neurofisiologo americano Stephen W. Porges propone un nuovo modello neurobiologico del sistema nervoso autonomo, superando la classica suddivisione in due rami ad azione antitetica. La nuova configurazione si basa su un modello evolutivo, dal più arcaico al più recente. Sul gradino più basso (circuito rosso dello schema) incontriamo la funzione protettiva del parasimpatico arcaico, caratterizzato dalle funzioni immobilizzanti del circuito dorsovagale (nucleo motore dorsale del vago situato nel tronco encefalico); in questa condizione il sistema nervoso autonomo registra segnali di minaccia vitale. L’organismo collassa (shut down) e si manifesta un quadro di morte simulata (tanatomimesi) come ultima risorsa dissociativa. In natura è il caso della preda in fase agonica quando viene straziata dal predatore. Nella specie umana corrisponde a eventi gravi come nel caso di incidenti, brutali aggressioni, tortura, incarceramento, migrazione forzata.
Allo scalino evolutivo più in alto (circuito giallo dello schema) corrisponde l’attivazione del circuito ortosimpatico che entra in gioco nei processi di competizione e nei contesti conflittuali e si manifesta con la risposta di attacco o fuga. Superati questi due stati legati ai meccanismi di sopravvivenza, si entra in un livello di affrancamento dai modelli di difesa e autoprotettivi.
Ci troviamo nel regno governato dal circuito ventrovagale del sistema parasimpatico (circuito verde dello schema); sul piano evolutivo è il gradino più alto, quello che consente l’accrescimento, il benessere e la conservazione della salute. Quando è attivo il circuito ventrovagale, siamo disponibili all’ingaggio sociale, alla coesione e alla condivisione.
La cronosomatica (stimolazione palmogenica di
punti spinali secondo una precisa cronotopia) accompagnata dagli esercizi
neurali che rientrano nella Time Rewind
Technique (TIRET), consente il rapido rilascio emozionale di traumi passati.
In questo modo è possibile risalire velocemente la scala gerarchica del sistema
nervoso autonomo verso lo stato di sicurezza e modificare positivamente la
narrazione mentale.
domenica 4 ottobre 2020
Il semaforo invertito del sistema nervoso autonomo
Il neurofisiologo
americano Stephen W. Porges propone un nuovo modello neurobiologico del sistema
nervoso autonomo, superando la classica suddivisione in due rami ad azione
antitetica. La nuova configurazione si basa su un modello evolutivo, dal più
arcaico al più recente. Sul gradino più basso incontriamo la funzione
protettiva del parasimpatico arcaico, caratterizzato dalle funzioni
immobilizzanti del circuito dorsovagale (nucleo motore dorsale del vago situato
nel tronco encefalico); in questa condizione il sistema nervoso autonomo
registra segnali di minaccia vitale. L’organismo collassa (shut down) e si
manifesta un quadro di morte simulata (tanatomimesi) come ultima risorsa
dissociativa. In natura è il caso della preda in fase agonica quando viene
straziata dal predatore. Nella specie umana corrisponde a eventi gravi come nel
caso di incidenti, brutali aggressioni, tortura, incarceramento, migrazione
forzata. Allo scalino evolutivo più in alto corrisponde l’attivazione del
circuito ortosimpatico che entra in gioco nei processi di competizione e nei contesti
conflittuali e si manifesta con la risposta di attacco o fuga. Superati questi
due stati legati ai meccanismi di sopravvivenza, si entra in un livello di affrancamento
dai modelli di difesa e autoprotettivi. Ci troviamo nel regno governato dal
circuito ventrovagale del sistema parasimpatico; sul piano evolutivo è il
gradino più alto, quello che consente l’accrescimento, il benessere e la
conservazione della salute. Quando è attivo il circuito ventrovagale, siamo
disponibili all’ingaggio sociale, alla coesione e alla condivisione.
giovedì 1 ottobre 2020
Paura della vecchiaia (gerofobia) e sistema nervoso autonomo secondo Porges
La frase riportata nell’immagine traduce sul piano cognitivo-emozionale lo stato fisiologico del sistema nervoso autonomo alla luce della teoria polivagale di Porges.
Il rivoluzionario aspetto
di questa teoria è l’interpretazione neurobiologica del sistema nervoso
autonomo, visto non più come meccanismo duale nel quale competono la branca
ortosimpatica e quella parasimpatica, ma come scala gerarchica evolutiva. Sul
piano filogenetico più recente troviamo il circuito ventrovagale del parasimpatico,
circuito che nei mammiferi superiori attiva sicurezza, crescita, stato di
benessere e coregolazione sociale. Il circuito ventrovagale con le sue fibre
nervose innerva l’area anatomica sovradiaframmatica (muscoli facciali, orecchio
medio, laringe, cuore e polmoni). Quando è funzionalmente attivo, l’individuo
si sente in sicurezza, motivato e disponibile all’interazione sociale. Il
gradino più in basso della scala gerarchica filogenetica è occupato dall’ortosimpatico,
impegnato nel programma di mobilizzazione (attacco-o-fuga) in risposta ai
segnali di pericolo ambientale. All’ultimo gradino in basso si trova il
circuito dorsovagale del parasimpatico che innerva gli organi
sottodiaframmatici e si attiva dinanzi a segnali di minaccia vitale; in questo
caso l’organismo si spegne (shut down) ed entra in modalità stand by. Potremmo
rappresentare i 3 livelli del sistema con l’esempio del topolino:
1.
Il topolino mangia tranquillo e con piacere
il pezzetto di formaggio (circuito ventrovagale del parasimpatico)
2.
Il topolino viene inseguito dal gatto
(circuito ortosimpatico)
3.
Il topolino viene addentato dal gatto
(circuito dorsovagale del parasimpatico)
Durante il giorno il sistema nervoso autonomo
oscilla dinamicamente fra questi tre stati e regola l’addestramento della
piattaforma neurale. Quando avviene l’esposizione a un trauma (ad una
determinata età) il sistema nervoso autonomo si blocca in stato ortosimpatico o
in quello dorsovagale) e perpetua questo schema, promuovendo la comparsa di
disturbi o malattie. Obiettivo della cronosomatica è quello di facilitare la
progressione verso l’alto nella scala gerarchica autonomica per consentire l’attivazione
del circuito ventrovagale. La tecnica prevede la stimolazione di un punto della
colonna vertebrale secondo l’orologio spinale dei traumi (corrispondente all’età
del trauma) e la somministrazione di esercizi di resilienza (Time Rewind
Technique). Il pensiero sabotante espresso dalla paziente anziana (vedi foto) non illustra soltanto l'aspetto cognitivo-emozionale, ma richiama la posizione dorsovagale della piattaforma neurale. Le parole esprimono non soltanto un profondo timore per il futuro, ma anche la resa incondizionata verso uno stato fisico destinato inevitabilmente al peggioramento. La permanenza cronica nello stato dorsovagale ha l'effetto di condizionare negativamente la risposta dell'organismo imprigionato nel vicolo cieco della narrazione mentale sabotante.