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Su quali
ipotesi neurobiologiche si basa la cronosomatica? La chiave di questo approccio
risiede nel ruolo dei recettori cutanei, in particolare di quelli localizzati
in corrispondenza delle creste ossee spinali. La funzione dei recettori è
quello di interagire con la realtà circostante nel presente (qui e ora),
processando le variabili per consentire al corpo-mente di rispondere in
direzione omeostatica. Tre sono le tipologie recettoriali coinvolte: i corpuscoli
di Merkel (reagiscono a stimoli pressori con frequenza bassissima (< 20 Hz),
quelli di Meissner (stimoli compresi fra 20 e 60 Hz) e infine i corpuscoli di
Pacini che raggiungono il picco d’azione fra 250 e 300Hz. L’ipotesi alla base
della cronosomatica è che questi recettori ubicati in corrispondenza delle
creste ossee spinali manifestino una singolarità: la capacità di registrare non
soltanto la pressione vibratoria locale, ma di rispondere anche alla pressione esercitata dall’ambiente sul
piano emozionale (come l’esposizione a eventi avversi). Questa singolarità è
ancora più straordinaria, perché il segnale traumatico viene orientato nella
dimensione del Tempo secondo una sequenza progressiva su base circannuale (cronocettorialità
spinale).
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