Fonte immagine: archivio Di Spazio |
La Sindrome da Stanchezza Cronica (CFS/ME) è una
malattia rara estremamente debilitante che riduce in modo notevole la qualità
della vita dei Pazienti.
Non è mia intenzione dilungarmi sugli aspetti
nosologici di questa sindrome, ma di presentare un nuovo approccio terapeutico
in grado di affiancarsi ai protocolli già in uso.
Il nuovo trattamento d’avanguardia per limitare gli
effetti negativi dell’astenia cronica si chiama “fototerapia transcranica”
(TCBLT, TransCranial Bright Light Therapy)
e origina dagli studi effettuati nei primi anni Ottanta del secolo scorso; la
ricerca universitaria aveva documentato effetti benefici dell’esposizione a
luce solare artificiale per contrastare la depressione stagionale (SAD). Se
prima i Pazienti dovevano sottoporsi a lunghe sedute in ambiente ospedaliero, il
progresso della tecnologia ha permesso negli anni successivi la generazione di
nuovi dispositivi indossabili in grado di replicare gli stessi effetti.
Nella mia pratica clinica ho cominciato ad impiegare
questi dispositivi medici per il trattamento dell’astenia post-dialitica, un
sintomo collaterale che si manifesta molto spesso nei soggetti sottoposti a
emodialisi, con risultati incoraggianti.
Poiché il sintomo stanchezza nel soggetto dializzato è molto simile a quello lamentato da chi soffre di CFS/ME, ho esteso l’impiego della fototerapia
transcranica anche in questo ambito.
Quali sono i vantaggi della fototerapia
transcranica?
In primis, non si tratta di una terapia farmacologica che può
gravare sulle funzioni metaboliche; il paziente impiega il dispositivo in
ambito domiciliare, cioè a casa sua, evitando difficoltosi spostamenti; questo
è il primo e più importante effetto di questo approccio. Inizialmente il
protocollo di fototerapia transcranica (TCBLT) prevede che il medico curante
stabilisca la durata, l’orario di applicazione e valuti eventuali
controindicazioni (poche).
Grazie alle sue dimensioni ridotte e all'uso intuitivo il dispositivo
può essere impiegato senza problemi in qualsiasi condizione e quindi anche nel
paziente allettato. Infine sul piano dei costi la spesa per l’acquisto del
dispositivo è paragonabile a quella di uno smartphone di fascia media. Spero che
l’impiego della Fototerapia Transcranica possa trovare sempre maggiore
diffusione per favorire il positivo incremento della qualità della vita nei
Pazienti con CFS/ME.
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