Benvenuti sul blog di cronosomatica
- Temi del blog: cronosomatica, psicobiologia del trauma emotivo, riflessioni e strategie di sopravvivenza per vivere più leggeri
giovedì 10 dicembre 2020
Nodulo di Heberden e cronosomatica
mercoledì 9 dicembre 2020
Tempo immaginario e traumi emotivi
martedì 24 novembre 2020
Defusione Cognitiva a Mediazione Sensoriale e sistema nervoso autonomo
sabato 21 novembre 2020
Tecniche Psicoristorative secondo Di Spazio
martedì 17 novembre 2020
Postural Snapshot in cronoposturologia
domenica 15 novembre 2020
Incontinenza urinaria da stress e agopuntura
giovedì 29 ottobre 2020
Un caso clinico di Defusione Cognitiva a Mediazione Sensoriale (DCMS)
martedì 20 ottobre 2020
L'esercizio posturale della bussola e il potenziamento della resilienza
giovedì 15 ottobre 2020
Ridurre l'ansia con lo Shaking (movimento tinassogenico)
Cronosomatica e teoria polivagale di Porges
Fonte immagine: archivio Di Spazio |
La linea del Tempo di un individuo è caratterizzata dalla sequenza di fasi dinamiche, dove la resilienza è ottimale per lunghi periodi e si riduce drasticamente in altri, poiché viene messa a dura prova dall’esposizione a eventi di natura avversa.
Credo che la migliore definizione di resilienza non sia quella comune che consiste nella capacità di risposta dell’individuo alle esperienze traumatiche, ma la seguente: RESILIENZA = SICUREZZA. La resilienza non è legata tanto al nostro approccio cognitivo ai momenti critici della vita, ma è affidata alle risorse del sistema nervoso autonomo che reagisce secondo schemi arcaici focalizzati sulla sopravvivenza; si tratta di un modello istintuale, perfezionato lungo una linea filogenetica che si perde nella notte dei tempi.
Il neurofisiologo americano Stephen W. Porges propone un nuovo modello neurobiologico del sistema nervoso autonomo, superando la classica suddivisione in due rami ad azione antitetica. La nuova configurazione si basa su un modello evolutivo, dal più arcaico al più recente. Sul gradino più basso (circuito rosso dello schema) incontriamo la funzione protettiva del parasimpatico arcaico, caratterizzato dalle funzioni immobilizzanti del circuito dorsovagale (nucleo motore dorsale del vago situato nel tronco encefalico); in questa condizione il sistema nervoso autonomo registra segnali di minaccia vitale. L’organismo collassa (shut down) e si manifesta un quadro di morte simulata (tanatomimesi) come ultima risorsa dissociativa. In natura è il caso della preda in fase agonica quando viene straziata dal predatore. Nella specie umana corrisponde a eventi gravi come nel caso di incidenti, brutali aggressioni, tortura, incarceramento, migrazione forzata.
Allo scalino evolutivo più in alto (circuito giallo dello schema) corrisponde l’attivazione del circuito ortosimpatico che entra in gioco nei processi di competizione e nei contesti conflittuali e si manifesta con la risposta di attacco o fuga. Superati questi due stati legati ai meccanismi di sopravvivenza, si entra in un livello di affrancamento dai modelli di difesa e autoprotettivi.
Ci troviamo nel regno governato dal circuito ventrovagale del sistema parasimpatico (circuito verde dello schema); sul piano evolutivo è il gradino più alto, quello che consente l’accrescimento, il benessere e la conservazione della salute. Quando è attivo il circuito ventrovagale, siamo disponibili all’ingaggio sociale, alla coesione e alla condivisione.
La cronosomatica (stimolazione palmogenica di
punti spinali secondo una precisa cronotopia) accompagnata dagli esercizi
neurali che rientrano nella Time Rewind
Technique (TIRET), consente il rapido rilascio emozionale di traumi passati.
In questo modo è possibile risalire velocemente la scala gerarchica del sistema
nervoso autonomo verso lo stato di sicurezza e modificare positivamente la
narrazione mentale.
domenica 4 ottobre 2020
Il semaforo invertito del sistema nervoso autonomo
Il neurofisiologo
americano Stephen W. Porges propone un nuovo modello neurobiologico del sistema
nervoso autonomo, superando la classica suddivisione in due rami ad azione
antitetica. La nuova configurazione si basa su un modello evolutivo, dal più
arcaico al più recente. Sul gradino più basso incontriamo la funzione
protettiva del parasimpatico arcaico, caratterizzato dalle funzioni
immobilizzanti del circuito dorsovagale (nucleo motore dorsale del vago situato
nel tronco encefalico); in questa condizione il sistema nervoso autonomo
registra segnali di minaccia vitale. L’organismo collassa (shut down) e si
manifesta un quadro di morte simulata (tanatomimesi) come ultima risorsa
dissociativa. In natura è il caso della preda in fase agonica quando viene
straziata dal predatore. Nella specie umana corrisponde a eventi gravi come nel
caso di incidenti, brutali aggressioni, tortura, incarceramento, migrazione
forzata. Allo scalino evolutivo più in alto corrisponde l’attivazione del
circuito ortosimpatico che entra in gioco nei processi di competizione e nei contesti
conflittuali e si manifesta con la risposta di attacco o fuga. Superati questi
due stati legati ai meccanismi di sopravvivenza, si entra in un livello di affrancamento
dai modelli di difesa e autoprotettivi. Ci troviamo nel regno governato dal
circuito ventrovagale del sistema parasimpatico; sul piano evolutivo è il
gradino più alto, quello che consente l’accrescimento, il benessere e la
conservazione della salute. Quando è attivo il circuito ventrovagale, siamo
disponibili all’ingaggio sociale, alla coesione e alla condivisione.
giovedì 1 ottobre 2020
Paura della vecchiaia (gerofobia) e sistema nervoso autonomo secondo Porges
La frase riportata nell’immagine traduce sul piano cognitivo-emozionale lo stato fisiologico del sistema nervoso autonomo alla luce della teoria polivagale di Porges.
Il rivoluzionario aspetto
di questa teoria è l’interpretazione neurobiologica del sistema nervoso
autonomo, visto non più come meccanismo duale nel quale competono la branca
ortosimpatica e quella parasimpatica, ma come scala gerarchica evolutiva. Sul
piano filogenetico più recente troviamo il circuito ventrovagale del parasimpatico,
circuito che nei mammiferi superiori attiva sicurezza, crescita, stato di
benessere e coregolazione sociale. Il circuito ventrovagale con le sue fibre
nervose innerva l’area anatomica sovradiaframmatica (muscoli facciali, orecchio
medio, laringe, cuore e polmoni). Quando è funzionalmente attivo, l’individuo
si sente in sicurezza, motivato e disponibile all’interazione sociale. Il
gradino più in basso della scala gerarchica filogenetica è occupato dall’ortosimpatico,
impegnato nel programma di mobilizzazione (attacco-o-fuga) in risposta ai
segnali di pericolo ambientale. All’ultimo gradino in basso si trova il
circuito dorsovagale del parasimpatico che innerva gli organi
sottodiaframmatici e si attiva dinanzi a segnali di minaccia vitale; in questo
caso l’organismo si spegne (shut down) ed entra in modalità stand by. Potremmo
rappresentare i 3 livelli del sistema con l’esempio del topolino:
1.
Il topolino mangia tranquillo e con piacere
il pezzetto di formaggio (circuito ventrovagale del parasimpatico)
2.
Il topolino viene inseguito dal gatto
(circuito ortosimpatico)
3.
Il topolino viene addentato dal gatto
(circuito dorsovagale del parasimpatico)
Durante il giorno il sistema nervoso autonomo
oscilla dinamicamente fra questi tre stati e regola l’addestramento della
piattaforma neurale. Quando avviene l’esposizione a un trauma (ad una
determinata età) il sistema nervoso autonomo si blocca in stato ortosimpatico o
in quello dorsovagale) e perpetua questo schema, promuovendo la comparsa di
disturbi o malattie. Obiettivo della cronosomatica è quello di facilitare la
progressione verso l’alto nella scala gerarchica autonomica per consentire l’attivazione
del circuito ventrovagale. La tecnica prevede la stimolazione di un punto della
colonna vertebrale secondo l’orologio spinale dei traumi (corrispondente all’età
del trauma) e la somministrazione di esercizi di resilienza (Time Rewind
Technique). Il pensiero sabotante espresso dalla paziente anziana (vedi foto) non illustra soltanto l'aspetto cognitivo-emozionale, ma richiama la posizione dorsovagale della piattaforma neurale. Le parole esprimono non soltanto un profondo timore per il futuro, ma anche la resa incondizionata verso uno stato fisico destinato inevitabilmente al peggioramento. La permanenza cronica nello stato dorsovagale ha l'effetto di condizionare negativamente la risposta dell'organismo imprigionato nel vicolo cieco della narrazione mentale sabotante.
venerdì 4 settembre 2020
La funzione esplorativa dei nervi cranici
Fonte immagine: archivio Di Spazio |
Durante il periodo
degli studi abbiamo imparato con grande fatica e poco entusiasmo l’anatomia, il
decorso e le aree somatiche innervate dai nervi cranici. Ma ora vorrei
rispondere a una domanda sul ruolo di questi nervi: qual è la loro funzione più
profonda? La funzione svolta è quella esplorativa, serve cioè a sondare l’ambiente
esterno insieme a quello interno per modulare il senso di sicurezza. Sono
tranquillo nella mia relazione con il mondo oppure percepisco segnali di
pericolo? Nel dettaglio illustro la relazione di ogni singola coppia di nervi
cranici con lo specifico ruolo esplorativo. Nella mia descrizione introduco
anche la funzione del cosiddetto nervo zero (chiamato anche terminale, N, 0 e
XIII), la cui presenza è stata oggetto di accese polemiche fra gli anatomisti. Si
tratta di una terminazione nervosa che afferisce al nucleo olfattorio, saltando
il bulbo e il suo organo recettore è l’organo vomeronasale. Nell’umano la sua
esistenza è stata dimostrata durante la vita prenatale e i primi mesi di vita
extrauterina per scomparire definitivamente in fase puberale. Nei mammiferi
inferiori è deputato alla ricezione dei feromoni, essenziali per la
sopravvivenza e la procreazione. A cosa serve nel neonato? La sua funzione
esplorativa è quella di consolidare l’attrazione e l’attaccamento alla madre
per modulare il senso di sicurezza. Vediamo in sequenza le funzioni degli altri
nervi cranici:
I nervo cranico
(olfattivo): orientamento chemotattico.
II nervo cranico
(ottico): contatto visivo generale (visione panoramica).
III nervo cranico
(oculomotore): contatto visivo focalizzato attraverso il movimento oculare.
IV nervo cranico
(trocleare): contatto visivo focalizzato attraverso il movimento oculare.
V nervo cranico
(trigemino): esplorazione visiva (dilatazione pupillare mediata dai nn. ciliari
lunghi); esplorazione sensitiva della faccia e gustativa.
VI nervo cranico
(abducente): contatto visivo focalizzato attraverso il movimento oculare. Come
si può notare la funzione visiva necessita dall’azione combinata di più nervi
(II, III, IV, VI) direttamente coinvolti. Il trigemino e il vago contribuiscono
a incrementare la risposta visiva alle variazioni luce/buio mediante la
modulazione pupillare (miosi e midriasi).
VII nervo cranico
(facciale): segnalazione e riconoscimento emotigeni attraverso la mimica dei
muscoli facciali (comunicazione non verbale).
VIII nervo cranico
(staotoacustico o vestibolococleare): esplorazione uditiva dell’ambiente e
valutazione sensitiva della posizione nello spazio.
IX nervo cranico
(glossofaringeo): esplorazione gustativa (3° posteriore della lingua, amaro),
nutrizione (deglutizione).
X nervo cranico (vago):
esplorazione dello stato interno (viscerale, cardiorespiratorio, urogenitale);
contribuisce all’esplorazione visiva modulando la contrazione pupillare in
risposta a eccessiva intensità luminosa.
XI nervo cranico
(accessorio): consente la flessione e la rotazione del collo e della testa (parte
del m. trapezio e m. sternocleidomastoideo) contribuendo all’incremento della
esplorazione visiva e di quella uditiva.
XII nervo cranico
(ipoglosso): nervo motore della lingua, contribuisce alla fase preliminare dei
processi nutritivi e svolge un ruolo fondamentale nella comunicazione verbale.
Possiamo leggere la funzione esplorativa dei nervi cranici anche secondo un piano squisitamente ontogenetico; la nostra esplorazione del mondo inizia con l’attrazione verso l’odore materno per garantirci lo stato di sicurezza (nervi terminale e olfattivo); matura nel tempo con il contatto visivo e quello uditivo, si consolida con la modulazione emotigena della muscolatura facciale (VII nervo) e si conclude infine con la comunicazione verbale (XII). In ultima analisi i nervi cranici ci consentono di perfezionare la nostra esplorazione del mondo che ci circonda, valutando in modo raffinato quando possiamo sentirci sicuri e rilassati o quando percepiamo contesti di pericolo o di minaccia vitale.
sabato 29 agosto 2020
Les Portails du Temps, pubblicazione di Andrea Fredi
Andrea Fredi è un noto coach di psicologia energetica, corifeo in Italia di EFT (Emotional Freedom Technique), di Tecniche Energetiche Provocative (PET) e di Tecniche di Alchimia Interiore (TAI). Insieme a Vincenzo Di Spazio, teorico della cronosomatica e scopritore del Meridiano del Tempo (Shijian mai), ha divulgato in Italia e all’estero la tecnica denominata AGER (AgeGate Emotional Release); si tratta di un approccio che prevede la stimolazione di punti cutanei in relazione alle diverse età della vita, dove l’individuo è stato esposto a eventi traumatici. La stimolazione integrata dei punti facilita e promuove il rilascio delle emozioni conflittuali scaturite dai vissuti negativi. Dopo aver pubblicato I Cancelli del Tempo, nel 2020 Andrea Fredi si rivolge al pubblico di lingua francese con l’opera Les Portails du Temps, un'altra pietra miliare nella diffusione di una tecnica non invasiva per la cura dei traumi emotivi.
domenica 23 agosto 2020
Shijian mai, il meridiano celato
Fonte immagine: archivio Di Spazio
Premessa
Nel 1996 ho descritto l’esistenza e il decorso di un canale energetico sconosciuto in agopuntura, denominandolo in seguito Shíjiān mai, il meridiano del Tempo. Questo canale energetico segna gli eventi stressanti della vita, è la memoria degli accadimenti dolorosi.
Sulla
base di quella scoperta ho elaborato la teoria cronosomatica: come lo Spazio,
così il Tempo è Energia che influenza non solo le vicende umane, ma anche lo
stato di salute dell’organismo, nel bene o nel male.
Quando intuizione e serendipity si incontrano, allora possono accadere cose straordinarie. Immaginate di studiare un’opera d’arte antica di oltre due millenni, un manufatto indagato minuziosamente da generazioni di esperti in materia. Immaginate che ai vostri occhi, all’improvviso, quella maestosa opera sveli al suo interno un contenuto misterioso e inesplorato, un tesoro nascosto per secoli.
Come reagireste? Ignorereste questa rivelazione? Come un paziente archeologo mi dedico dal 1996 al disvelamento di questo incredibile manufatto sepolto sotto la polvere del tempo. Oggetto della mia lunga esplorazione è un canale energetico celato all’interno di uno degli otto Meridiani Straordinari: il Du mai (Vaso Governatore). E’ la colonna nella colonna, un meridiano che condivide con il Du mai la verticale della colonna vertebrale. Quale funzione esplica? Il suo ruolo è quello di reclutare e redistribuire l’energia sottratta all’organismo da eventi traumatici; è costituito dalla sequenza di 24 punti (come Ren mai), posizionati sull’apice delle apofisi spinose dalla C1 alla L5. Rappresenta il tempo dell’umano, la sua biografia dolorosa e per questo motivo l’ho denominato in seguito Shíjiān mai, il meridiano del Tempo (sinarteria temporis). Scrive il medico Mauro Navarra, direttore della Scuola Italiana di Agopuntura: “…nel corpo esistono le tre direzioni spaziali, rappresentate energeticamente dai meridiani e dalle tre energie. Meridiani che sono longitudinali, trasversali e circolari, con le tre energie che li percorrono: Yuan, Wei e Ying Qi. Ma esiste il meridiano del tempo? Sì, è il Cronomeridiano, descritto da Vincenzo Di Spazio.”.
Spazio e Tempo sono
inscindibili come Du mai e Shíjiān mai: sono le due facce della stessa
medaglia.
giovedì 13 agosto 2020
Depressione reattiva dopo aborto spontaneo trattata secondo la cronosomatica
Scrivono gli agopuntori Carlo Di Stanislao e Cristina Aniello: “Il vaso governatore costituisce una sorta di scala della vita su cui si stratificano i traumi. Il VG è centrale e ai suoi lati ha le due branche del meridiano della vescica. La branca esterna risente dei traumi emotivi, quella interna dei traumi fisici. Entrambe provocano contrazione dei fasci muscolari che vanno ad incidere sul VG. Ogni trauma ha un aspetto psicologico, neurologico e immunitario. Per essere liberi sarà necessario liberare il Du mai e quindi le tensioni che lo affliggono…” (tratto dall’articolo Ordito della vita e tessitore del tempo: il du mai e la sua trama).
Le parole di questo estratto rendono in modo esplicito la premessa su cui si basa la teoria cronosomatica; il pilastro metodologico fondante della cronosomatica è la scoperta di 24 punti extraordinari localizzati sui processi spinosi delle vertebre mobili (dalla C1 alla L5) lungo la linea mediana posteriore. Il nuovo meridiano (Temporis Foramina Spinae, Di Spazio, 1996) ricalca esattamente il medesimo decorso del Vaso Governatore e contribuisce all’armonica pulsazione del flusso energetico; ogni singolo punto spinale corrisponde a precise età della vita secondo un ciclo sessagesimale. L’esposizione ad evento avverso avvenuto ad un’età (poniamo a 12 anni) genera una desincronizzazione dei clock endogeni, condizionando un effetto a cascata sui piani psicoemotivo, immunitario e funzionale, nonché l’immediato coinvolgimento del Vaso Governatore.
Secondo la teoria polivagale di Porges l’organismo risponde al trauma con modalità maladattiva, attivando un stato simpaticotonico cronico (stato di pericolo) oppure una condizione vagotonica caratterizzata da immobilizzazione (stato di minaccia vitale).
In sintesi, l’intervento terapeutico (manuale, agopunturistico, etc.) sul punto C7 (corrispondente all’età 12°-13° anno di vita) favorisce la resincronizzazione dei clock endogeni compromessi dall’esposizione all’evento avverso, ristabilisce l’indice di resilienza e libera il Du Mai. In altre parole, la sequenza dei 24 punti è in comunicazione energetica costante con il Vaso Governatore nella dimensione temporale. L’effetto di desincronizzazione dei clock endogeni dopo un’esperienza stressante (acuta o cronica) tende a compromettere non soltanto il flusso pulsato lungo il vaso Governatore, ma sottrae pericolosamente energia dai Sanbao. Questo fenomeno entropico riduce in modo progressivo l’indice globale di resilienza, predisponendo l’organismo alle manifestazioni patologiche.
Sulla base di questa premessa illustro il caso clinico di una donna di 42 anni, giunta all’osservazione per depressione reattiva dopo un aborto spontaneo in 15° settimana. La paziente si presenta con mimica facciale inespressiva, deambulazione incerta, fonazione flebile e monotona. Invitata a sedersi, si affloscia sulla sedia e resta in silenzio. Le chiedo da quanto tempo si trova in questo stato di profonda afflizione e mi risponde che la depressione è iniziata un anno prima dopo l’aborto spontaneo. Da quel momento è sprofondata in uno stato di severa adinamia, astenia ingravescente e disperazione; si sente terribilmente in colpa per non essere stata in grado di proteggere il suo bambino e di averne causato così il decesso. Dopo l’intervista somministro alla paziente il Time Rewind Walking Test, test basato sulla camminata retrograda per valutare la stabilità posturale sui singoli punti temporali (ho elaborato questo test per misurare la resilienza senza l’intervento della narrazione cognitiva). Sul punto 41 (età) la Paziente oscilla sensibilmente e avverte tremore sulle ginocchia, chiaro segno di shutdown del sistema nervoso autonomo (attivazione del vago arcaico secondo Porges). Dopo il test intervengo sul punto D6 (processo spinoso della sesta dorsale corrispondente al 42° anno età) mediante vibrazione locale (dispositivo Novafon pro tarato a 100Hz). Dopo circa mezzo minuto la Paziente avverte calore diffuso in area pelvica che progressivamente tende a ridursi; tratto anche il punto CV4 per completare la sessione e applico sui due punti trattati i cerotti all’infrarosso (Acupoint Infrared Patching) da mantenere in sede per le successive tre settimane. Infine invito la paziente a ripetere il test della camminata retrograda (Time Rewind Walking Test) per valutarne la stabilità posturale sul punto 41 che risulta nettamente migliorata rispetto alla prima prova. A distanza di due mesi dall’inizio della terapia il tono umorale della Paziente è sensibilmente migliorato.
martedì 4 agosto 2020
In ricordo di Renato Busetti, corifeo della cronosomatica a Trieste
domenica 2 agosto 2020
La geroposturologia (Di Spazio, 2020)
sabato 1 agosto 2020
Postural Infrared Patching
Fonte immagine: archivio Di Spazio |